Tempesta in giugno by Irène Némirovsky

Tempesta in giugno by Irène Némirovsky

autore:Irène Némirovsky [Némirovsky, Irène]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845985713
editore: Adelphi
pubblicato: 2022-05-31T22:00:00+00:00


21

IL COLLEZIONISTA DI PORCELLANE

(SEGUITO)

Anche Charlie Langelet aveva preso parte alla catastrofe generale: aveva guidato per tutta la notte sulla strada di Fontainebleau. Stava scomodo e poi era disperato perché era a corto di benzina.

Il garagista aveva promesso di procurargliene, ma era un uomo d’indole orgogliosa e la mattina del 13 giugno, allorché stavano per lasciare Parigi, aveva detto alla moglie:

«Il signor Langelet è un taccagno, paga, ma storce il naso. Non mi piace. A me piace chi sa essere riconoscente».

Ci si contendeva la poca benzina rimasta a peso d’oro. La vendette, chiuse l’officina e si avviò. Poco dopo, Charlie si trovò davanti la porta chiusa.

All’alba, percorrendo una strada secondaria, Langelet arrivò da una vecchia conoscente che, al termine di un’onorevole carriera da cortigiana, finiva i suoi giorni come tenutaria di una sala da ballo. Contava di scroccarle il pranzo.

Trovò la donna pronta a partire, circondata da amiche di gioventù: coi capelli biondastri, con strati di cipria sulle rughe, con quegli occhi di solito cinici, avidi e stanchi ma che quel giorno a Langelet ricordarono quelli delle cagne prese a calci e che pure si ostinano a correrti dietro e a leccarti i piedi. Lo guardavano con un’espressione di speranza terrificante. Un uomo! Un uomo per quel gruppo di donnicciole smarrite, un uomo per rincuorarle, per proteggerle, per guidarle, per farsi carico delle loro spese... «No, grazie» si disse Charlie spaventato. Si sentì in dovere di risollevare loro il morale:

«Ma cosa ti prende, Lily? Non ti riconosco più» disse all’amica. «Farai affari d’oro. E voi,» disse rivolgendosi alle altre «vi rendete conto di quello che vi aspetta? C’è tutto un esercito di giovanotti che non chiedono altro che di divertirsi! Su, animo! Un po’ di fegato, signore, diamine! Mi ringrazierete».

«Il fatto è che...» disse Lily. E poi, siccome era di buon cuore, propose a Langelet: «Se rimanessi... ho una stanza».

«Non ho i tuoi mezzi di seduzione,» disse Langelet con il suo sorrisino acido «preferisco partire. Però, se potessi darmi un po’ di benzina...».

Ma Lily gli rifiutò la benzina e, dopo mangiato, Charlie ripartì.

Evitava la strada nazionale e prendeva delle scorciatoie dove passavano pochi sfollati, perché aveva capito subito che quel fiume di fuggiaschi e veicoli, in cui i soldati si mescolavano ai civili, sarebbe stato inevitabilmente bombardato. Quel modo di viaggiare gli sembrava l’unico sicuro, ma purtroppo il livello della benzina scendeva mostruosamente. Si fermò in una locanda nella foresta. Poiché intorno a lui un gruppo di sfollati si lamentava delle cose orribili che avvenivano lungo la strada e cercava di prenderlo a testimone – «Non è vero, signore? Ha visto anche lei... Non si può dire che stiamo esagerando!» –, rispose in tono secco:

«Io non ho visto niente!».

«Ma come? Neanche un bombardamento?» chiese la padrona, stupita.

«Ma no, signora».

«Neanche un morto? Neanche un incendio?».

«Neanche un incidente d’auto».

«Meglio per lei, naturalmente» disse la donna dopo un attimo di riflessione; alzò le spalle come per dire: «C’è gente che vuole a tutti i costi distinguersi...».

Langelet giocherellò un po’ con il monocolo, sbocconcellò controvoglia l’omelette che gli avevano servito, allontanò il piatto sussurrando: «Immangiabile.



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